
La logistica è in continua evoluzione. Quando si lavora in questo settore, è normale interrogarsi sul futuro e immaginare come cambieranno le cose nel tempo. Ed è proprio questo il tema di oggi!
Ne parliamo insieme a Fabio Crostelli, esperto di Supply Chain.
Ciao Fabio, prima di cominciare, raccontaci qualcosa di te e della tua esperienza professionale
“Ho vent’anni di esperienza nella gestione di catene di approvvigionamento globali. Ho lavorato in numerosi settori, sia come dipendente di aziende di logistica sia come consulente. Sono stato anche “cliente” di fornitori logistici, all’interno di aziende che esternalizzano questo tipo di attività. Il mio compito è aiutare le aziende a riorganizzare le loro reti logistiche e operative.”
Parlando del futuro, come pensi cambierà la logistica nei prossimi anni?
“Credo ci dovrà essere un grosso cambiamento nella mentalità.
La logistica deve interpretare le nuove tecnologie e accogliere l’automazione che consente, da una parte, di efficientare la produttività e, dall’altra parte, di flessibilizzare i processi e dare supporto a chi attualmente lavora.
Spesso si dice che l’automazione e la robotizzazione portano via lavoro ai dipendenti, ma non è vero. Le persone invecchiano e quando una persona invecchia deve essere necessariamente assistita. La nostra funzione è proprio quella di riuscire a portare dentro quell’automazione intelligente che consente alle persone di mantenere la propria performance e contemporaneamente mantenere il proprio posto di lavoro, facendo però meno fatica. Ciò significa ridurre gli spostamenti all’interno del magazzino, ridurre gli sforzi per sollevare i prodotti, andando verso una tecnologia intelligente.”
Come può l’automazione garantire flessibilità e supporto?
“Storicamente , quando si parlava di automazione, nelle grosse aziende c’era il timore dell’irrigidimento. Una macchina che si muove all’interno del magazzino e che si ferma quando intercetta altre persone, che viaggia a una velocità controllata e così via crea dei tempi tecnici di lavoro che, in qualche modo, possono risultare anche meno rapidi di chi sviluppava in autonomia quella attività.
La cosa bella delle nuove tecnologie è che stanno modificando il concetto di automazione per andare verso un’automazione flessibile che può essere utilizzata al bisogno. Ad esempio, ho un picco di lavoro nel periodo natalizio e utilizzo dei robot per aiutare i miei operai che altrimenti non riuscirebbero a svolgere tutto il lavoro.
Dobbiamo andare verso una prospettiva in cui uomo e macchina collaborano. Dove non si crea un ambiente rigido in cui le macchine dettano il lavoro, ma dove danno invece flessibilità, aiutando a gestire i picchi di lavoro, che sono sempre più rilevanti all’interno della logistica.
Senza l’automazione non potremmo ricevere i prodotti nei tempi rapidi a cui siamo abituati, perché sarebbe troppo oneroso per chi vende. Dovrebbe avere i magazzini pieni di prodotti e molto personale che, se arriva l’ordine, lavora e, se l’ordine non arriva, sta fermo a fare niente. Non sarebbe sostenibile.
Quello che invece viene fatto è creare dei magazzini in maniera molto razionale, progettati molto bene, con un altissimo livello di automazione e dove c’è un contributo di persone che si affiancano alle macchine. Ciò permette la rapidità e la flessibilità.”
Come pensi cambierà la sicurezza nella logistica?
“La sicurezza sul lavoro è un tema molto rilevante.
Noi di Elle Emme, siamo una base formativa e forniamo tutta la formazione necessaria alle persone, oltre ovviamente a tutti i sistemi di protezione individuale.
Per quanto riguarda il futuro, un tema che mi sta molto a cuore è quello degli esoscheletri. Si tratta di imbracature che si indossano e che consentono di effettuare spostamenti e movimenti in maniera più sicura, evitando che le persone si facciano male alla schiena. Un rischio concreto, quando si fa tanta movimentazione.
L’esoscheletro attualmente è a livello ancora sperimentale. Però, se vogliamo immaginare un futuro prossimo, sarà un futuro fatto di formazione ma anche di equipaggiamenti che consentano di salvaguardare il lavoratore da incidenti e conseguenze negative.”
Si conclude così questa interessantissima intervista. Continua a seguirci per non perderti nessuno dei prossimi interventi ed articoli.
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